Volvolo:

Si definisce volvolo la rotazione di un tratto di intestino sul suo peduncolo (mesentere) che provoca una sofferenza dovuta alle alterazioni del flusso sanguigno (ischemia) il cui persistere conduce alla necrosi e con necessità di resezione del tratto colpito.

Nel neonato causa del volvolo è spesso una anomalia congenita detta malrotazione le cui manifestazioni possono essere variabili in gravità e nel tempo di comparsa: in alcuni casi essa è segnalata come diagnosi, ovviamente “a posteriori”, nella cartella clinica.

La malrotazione intestinale occorre in 1 neonato su 500 ed è spesso associata ad altre malformazioni  congenite (polisplenia, asplenia, altri difetti congeniti della parete addominale). Il volvolo insorge in una percentuale variabile tra il 40 % e l’80% di neonati affetti da malrotazione intestinale.

Il volvolo per le sue caratteristiche costituisce comunque, indipendentemente dalla causa, un’urgenza chirurgica, perché la precocità della diagnosi e dell’intervento chirurgico sono essenziali per ridurre l’estensione della necrosi e della relativa resezione e di conseguenza del danno residuo. 

Per quanto qui di interesse la situazione che si viene a creare a seguito del volvolo e della necessità di ampia resezione intestinale configura un quadro di lesione personale gravissima per malattia insanabile o eventualmente per perdita dell’uso di un organo (quello dell’alimentazione, essendo necessaria permanentemente   una nutrizione parenterale). 

Il volvolo e la malrotazione sono tuttavia due entità distinte.

Il sintomo principale di entrambe è il vomito (osservato in oltre il 95% dei casi), spesso biliare; altri sintomi frequenti sono l’inappetenza, la distensione della parete addominale e la presenza di sangue nelle feci.

Nella malrotazione i sintomi sono intermittenti; quando invece si instaura un’occlusione completa dell’intestino si ha il volvolo. Se questa è seguita dall’ischemia tissutale il sintomo prevalente diviene il dolore, fino allo stato di shock . Le casistiche attuali indicano che il volvolo del tenue ha  una mortalità del 3-15%. Il ritardo nell’esecuzione dell’intervento è direttamente proporzionale alla prognosi sia in termini di mortalità che di morbilità.

Sindrome da intestino corto:

La sindrome da intestino corto (CIS) è un'entità complessa a causa della perdita anatomica o funzionale di parte del piccolo intestino, che causa gravi sintomi clinici di alterazioni metaboliche e nutrizionali a causa della riduzione della superficie di assorbimento intestinale in modo efficace. Il SIC è una delle cause della condizione più ampia di "fallimento intestinale".

Tale anatomia intestinale impone una nutrizione parenterale (NP) totale ed esclusiva per via venosa centrale che in alcuni casi si effettua 7 giorni alla settimana in 15-16 ore. L’alimentazione orale rappresenta una quota indifferente ed è resa molto difficoltosa dalla scarsa tolleranza intestinale. 

La clinica associata al SIC è anche una funzione della lunghezza e l'area di intestino interessata, la presenza di patologia di base, la presenza o l'assenza del colon e della valvola ileocecale, e la natura della malattia di base. 

In alcuni casi il transito intestinale evidenzia gastrectasia, un esilissimo passaggio dalla seconda porzione duodenale fino all’anastomosi ileale con intensi movimenti antiperistaltici di un’ansa ectasica. Dal punto di vista clinico questo si traduce in vomito ricorrente più o meno frequente (da 5-6 episodi/die fino a 1 episodio /die e raramente qualche giorno libero da vomito). Per ridurre la frequenza dei vomiti e per evitare la tossicità sul fegato conseguenti alla sovracrescita batterica intestinale si deve effettuare regolarmente decontaminazione intestinale assumendo a settimane alterne antibiotici e fermenti lattici.